Contrariamente a quello che si potrebbe erroneamente credere, anche i cosiddetti “cattivi pagatori” possono accedere ad alcune determinate tipologie di prestiti e di finanziamenti. In seguito una serie di consigli, disponibili su http://guidaprestitiprotestati.it, utili nel risolvere una problematica, quella di accesso al credito, che per molti rappresenta un ostacolo insormontabile.
I prestiti destinati a protestati o cattivi pagatori sono identificabili in finanziamenti concessi a chi, per motivazioni di differente entità, hanno riscontrato delle problematiche nel restituire l’importo ottenuto in sede di sottoscrizione. In questa precisa fattispecie, il soggetto che ha chiesto in finanziamento in questione viene immesso nel cosiddetto Registro dei Cattivi Pagatori, con ogni istituto bancario che, prima di conferire qualsiasi altro prestito, valuteranno la particolare situazione con molta attenzione. Ciò nonostante, ad oggi, grazie anche e soprattutto a prestiti appositamente ideati per i cattivi pagatori, ognuno di questi avrà buone possibilità di ottenere delle somme di denaro.
Detto questo, quali sono questi prestiti? Ed in che modo possono essere ottenuti? Scendendo maggiormente nel particolare, le forme di credito che possono essere assegnate a protestati e cattivi pagatori possono essere riassunte nella maniera che segue:
1) cessione del quinto. Con ogni probabilità, si tratta della tipologia di finanziamento più utilizzata se e quando si risulta un cattivo pagatore. Da durata è relativamente breve, visto che può coprire un massimo di 10 anni, con importi altrettanto piccoli, fino a 50.000 euro. Ognuna delle rate che compone la cessione del quinto è sempre e comunque contraddistinta da un tasso fisso, con le trattenute che avvengono direttamente dallo stipendio o dal cedolino del trattamento pensionistico. Codesto finanziamento viene concesso anche ai debitori morosi, visto che è lo stesso datore di lavoro o, in alternativa, l’ente pensionistico a fare da garante;
2) prestiti cambializzati. Qui, non esiste alcuna cessione del quinto. Si è, infatti, in presenza di prestiti progettati per rispondere alle richieste di chi non può godere di un contratto di lavoro a tempo indeterminato. I prestiti cambializzati sono inseribili nella branca dei prestiti non finalizzati, ossia non focalizzati sull’acquisto esclusivo di un bene o di un servizio circoscritto. La sottoscrizione delle cambiali è l’aspetto preponderante in questo caso, con queste ultime che vanno versate a scadenza mensile e con una durata massima di 10 anni. Essendo, la cambiale, in tutto e per tutto un titolo di tipo esecutivo, l’ente o il soggetto che eroga il prestito ha il diritto di procedere al pignoramento dei beni del richiedente. Per poter godere di un prestito cambializzato bisogna essere un lavoratore o un pensionato, con annesso obbligo di presentazione di documenti come:
– CUD, busta paga e TFR nel caso di lavoratore dipendente, pubblico o privato;
– modello unico e polizza sulla vita se si è un lavoratore autonomo;
– cedolino pensionistico ed una certificazione rilasciata dall’ente previdenziale se si è in pensione ;
3) prestito delega. Esso, per caratteristiche, presenta diverse analogie con la cessione del quinto. Scegliere un prestito delega significa infatti destinare una frazione del proprio stipendio al pagamento di ciascuna rata. Vista siffatta caratteristica, il prestito delega può essere esclusivamente richiesto da chi può fruire di un contratto a tempo indeterminato. Anche qui, la durata temporale massima di rimborso è di 120 mesi, con annesse rate mensili e fisse.